Woody Allen si riferiva al fan club di Dio, ma di questi tempi io avrei più paura di quelli che, se non sei come loro ti avevano immaginato, e se non li ami quanto loro "amano" te, feriscono, umiliano, ricattano, costringono. Se gli riesce, arrivano anche ad uccidere. Spesso, di questi tempi, sono uomini. Eppure li vedo ben rappresentati da una donna: Annie Wilkes (superbamente interpretata da Kathy Bates in Misery non deve morire).
Il personaggio, creato da Stephen King, non sopporta di perdere né il personaggio di Misery né lo scrittore che l'ha creata, Paul Sheldon. Il poveretto, che già non se la passa bene a causa di un brutto incidente, viene addirittura storpiato dalla sua amorevole infermiera Annie, purché non possa sfuggirle. Di più: le "cure" consistono anche in un programma specifico per l'anima, secondo il suo personale codice morale, che è quanto di più bigotto si possa immaginare. È sicuramente la storia di un artista intrappolato dai desideri di una propria fan ma anche di chiunque si trovi in una relazione in cui la propria dignità, libertà ed individualità vengono costantemente calpestate e possibilmente annientate da un aguzzino frustrato, incapace di produrre da sé quel fuoco che vede nella sua vittima e che brama al punto da desiderare di spegnerlo qualora dovesse ribellarsi al proprio volere.
Lucius Malfoy (il bravissimo Jason Isaacs in Harry Potter) invece è molto meno pericoloso: lui fa parte di un fan club solo quando gli conviene, il che non gli impedisce di commettere atrocità, ma è più che disposto a vivere una vita tranquilla e lussuosa quando Voldemort non vede.
La sua doppia faccia lo condurrà all'isolamento suo e della sua famiglia ma, in effetti, il primo e vero fanatismo di Lucius è sempre stato per se stesso: sentirsi superiore per rango, genetica, disponibilità economica, aspetto... probabilmente si sarebbe unito a chiunque potesse garantirgli questi riconoscimenti: scomparso Voldemort, l'importante è farsi vedere in qualità di persona influente al Ministero della Magia. Tornato Voldemort, di nuovo con lui.
Un elegante galletto di piombo in cima ad un tetto, pronto a muoversi con il vento del giorno. Ma in qualche modo la freccia indica sempre verso il nazismo.
Salieri (personaggio molto romanzato in Amadeus di Milos Forman, interpretato dal grandissimo F. Murray Abraham) potrebbe condividere il reparto psichiatrico con Annie Wilkes per quanto riguarda il desiderio di vendetta e di distruzione della persona oggetto del proprio amore/odio. Eppure, lui riesce a fare di "meglio".
Ho scelto di rappresentarlo proprio nella scena in cui dichiara a Dio, davanti al Crocifisso, che d'ora in poi saranno nemici e che il suo unico scopo sarà la distruzione di Mozart, che lui vede come un essere mandato da Dio per schernirlo nel suo tentativo di diventare un compositore di suprema grandezza.
Ho scelto di rappresentarlo proprio nella scena in cui dichiara a Dio, davanti al Crocifisso, che d'ora in poi saranno nemici e che il suo unico scopo sarà la distruzione di Mozart, che lui vede come un essere mandato da Dio per schernirlo nel suo tentativo di diventare un compositore di suprema grandezza.
Quando ancora faceva parte del fan club di Dio, Salieri aveva deciso di barattare con lui la propria castità, frugalità e operosità in cambio della grandezza sul piano artistico. Poi conosce Mozart e resta estasiato dalle sue composizioni ma al tempo stesso sdegnato perché "Dio ha affidato un simile talento a un essere così volgare".
Quello che invece salta agli occhi dello spettatore è la gioia di Mozart, la sua spensieratezza, il desiderio di divertirsi e divertire tutti, dall'Imperatore ai ceti più bassi del popolo. Invece, uno che ha rinunciato a cibo, sesso e svago che gioia può mai avere e donare?
È questo che Salieri non afferra e che probabilmente gli preclude quella linea diretta con la propria creatività che invidia tanto a Mozart: Dio (io preferisco chiamarlo Legge Mistica che permea tutti i fenomeni) è gioia. Non rigore. Non giudizio. Non spocchia. Gioia.
(Piccolo lapsus freudiano: invece di Salieri avevo scritto Salvini 😂😂😂).
Se Dio è gioia il Diavolo cos'è? Ignoro la definizione teologica ma dal punto di vista cinematografico posso dire che c'è diavolo e diavolo.
Roseanne Barr, Ruth in She-devil, mette in scena una vendetta perfetta nei confronti del marito, colpevole di averla sempre trattata come una nullità e di averla lasciata per una scrittrice di romanzi rosa (la Sempre Mitica Meryl Streep) della quale è grande fan.
D'accordo, Ruth rovina completamente il marito, divertendosi un mondo nel farlo, quindi dal punto di vista di lui non può che essere un diavolo.
Eppure, seguendo meticolosamente il suo progetto di vendetta, per il quale le servono numerose alleate, Ruth riesce a cambiare in meglio la vita di tantissime donne che, proprio come lei, erano solite considerarsi ed essere considerate nullità.
In modo indiretto riesce anche a influire positivamente sulla vita della scrittrice che le ha "portato via" il marito: la vita a due con un uomo braccato dal demonio può rivelarsi molto pesante, ma anche spingere ad una maturazione verso una vita meno superficiale e una soddisfacente svolta letteraria. Un discreto regalo da parte di una fan, per quanto furiosa!
Se tutti i diavoli fossero portatori di empowerment...
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