Di nuovo una manciata di personaggi per i quali ho utilizzato gli stessi occhiali (le lenti le ho buttate perché erano orribili: gialle e a specchio).
Questi tre personaggi hanno storie che contengono molti elementi di cruda ineluttabilità: Selma di "Dancer in the dark", Pehran de "Il tempo dei gitani" e Teddy di "Stand by me".
Selma e Pheran sono accumunati dall'aspetto magico e poetico che vede l'una capace di trasformare il ritmo della fabbrica un un musical e di avere dentro di sé un universo talmente ricco, non solo di musica, da farle dire con serenità "to be honest, I really don't care" al pensiero delle meraviglie che presto non sarà più in grado di vedere. Non le importa nemmeno di perdere la vita a causa di un inganno crudele: tutto ciò che vuole è salvare suo figlio dallo stesso destino di cecità che già sta arrivando a colpire lei. E in questo, con il suo sorriso dolcissimo e la sua fiducia incrollabile nel fatto che riuscirà ad aiutarlo, stravince. Anche se la sua uscita di scena spacca il cuore.
Pehran è capace di telecinesi, fenomeno che nelle prime scene viene accompagnato da una musica di Goran Bregovic che sa di infanzia e delicatezza. Diventa via via più cinico, corrotto e dominato dal desiderio di vendetta, tanto che il suo potere magico arriva a perdere la connotazione poetica e diventa strumento per distruggere.
Anche lui andrà incontro alla propria distruzione, però sull'onda del lato oscuro dell'essere umano e non avrà nel cuore la certezza di aver fatto il bene di chi ama.
Ecco la mia reinterpretazione, seguita dalla foto originale: in mancanza di un tacchino, ho chiesto al mio gatto di partecipare 😅.
E ora veniamo al personaggio che tra i tre amo di più.
Teddy, a prima vista, sembra non avere nulla di magico. Non è particolarmente dotato ed è stato profondamente ferito da un padre, a sua volta ferito dall'orrore della guerra. Idealizza il padre, probabilmente perché le violenze da lui subite gli risultano inaccettabili da parte un uomo che non è stato solo un folle pericoloso ma anche un eroe di guerra. Soprattutto, idealizza il padre perché constatare che un genitore non è e forse non sarà mai quello che avremmo voluto non è mai una cosa facile da mandare giù.Gli altri scoppiano a ridere e lui prosegue a commentare il gioco di carte come se niente fosse. Leggendo The body, il racconto di Stephen King dal quale il film è tratto, si scopre che questo genere di battute misteriose ed esilaranti, per poi stupirsi delle reazioni altrui come se non avesse detto nulla di che, è tipico di Teddy. E questo, secondo me, è la sua magia.
La storia ci racconta solo che Teddy, ormai adulto, non riuscirà a realizzare il suo sogno di arruolarsi e morirà prematuramente, quindi anche a lui è riservato un destino molto amaro.
Eppure mi piace immaginarlo mentre continua a far ridere le persone senza averne avuto l'intenzione, mettendo assieme le frasi più improbabili e ad effetto, forse grazie a una qualche dote rinasta cristallizzata sotto al peso della sofferenza e che preme per uscire e sbocciare.